Non ci sono testimonianze certe sulle origini della città. Le uniche certezze di un insediamento si hanno intorno al IX secolo quando i Saraceni, dopo l'occupazione di Conza nell'872, si spinsero fino in Lucania e ad Abriola fondarono una munita cittadella fortificata a presidio della vallata della Fiumara di Anzi. Proprietario di Abriola divenne il saraceno Bomar, signore di Pietrapertosa, Nel 907, la città fu ceduta al longobardo Sirifo e in quest'epoca nasce il toponimo di Abriola, derivante da Briola, “luogo di caccia di un conte longobardo”. Questa interpretazione etimologica è confermata dall'arma, rappresentata "d'azzurro, ad una quercia munita sulla vetta di mezzo di un monte di tre cime, attraversata da un cinghiale”. Nel XII secolo divenne feudo all'interno del Principato di Taranto. Nel corso dei secoli successivi il feudo appartenne a molti casati, tra cui quello dei D'Orange, dei Di Sangro, dei Caracciolo ed infine dei Federici. Nel 1809 il borgo divenne scenario di uno dei più efferati episodi di brigantaggio che la storia ricordi: lo sterminio della intera famiglia del barone Federici, per opera di una delle più temute bande di briganti dell'epoca, capitanata da Domenico Rizzo detto Taccone. L'orografia dei luoghi e la presenza di folti boschi rendevano il territorio intorno ad Abriola, ideale per le scorrerie di briganti, tra cui si ricorda Antonio Locaso, nativo della città. Un personaggio illustre è il pittore Giovanni Todisco vissuto tra il 1500-1600. Oggi Abriola è una ridente cittadina turistica poiché a pochi chilometri dall'abitato in località Piana del Lago sono disponibili piste da sci per gli amanti degli sport invernali.