Il borgo è sicuramente antico e di origine romana, infatti si ha notizia che in epoca imperiale era già noto come crocevia di commerci, oltre che una stazione di sosta per il cambio dei cavalli.
In epoca medioevale, il centro era diviso sostanzialmente in due zone: l'una attorno al castello (andato distrutto nel corso del Medioevo dai Castelbarco) e l'altra più a valle. Successivamente e fino al Rinascimento, furono realizzati sistemi difensivi fra i quali le porte di ingresso al borgo e, a sud, alcune torri di legno dette bastie. Questo nome è rimasto tutt'oggi come toponimo della zona e così viene chiamata una vicina area gioco per bambini.
Nel Cinquecento si sviluppa significativamente il commercio, con la coltivazione del gelso e del baco da seta. Attività nata durante la dominazione veneta e un secolo più tardi integrata con la produzione del velluto di seta destinato al mercato europeo. Iniziò quindi un notevole periodo di ricchezza che durò fino al Settecento, ancora riscontrabile nel tessuto urbanistico realizzato fra il Seicento ed il Settecento.
Ad Ala, a dimostrarne l'importanza nel periodo post-medievale, fu conferito sin dal XVI secolo il titolo di città e nel XIX secolo vi fu fondato un Imperial Regio Ginnasio, come a Trento e nella vicina Rovereto, a dimostrare l'importanza, anche culturale, nel periodo di dominazione asburgica di questa cittadina.
A partire dalla seconda metà del 1800 parte la costruzione della ferrovia del Brennero ed Ala è comunque coinvolta con la nascita di attività commerciali legate alla strada ferrata e contestualmente va in crisi il settore della seta. A cavallo tra ottocento e novecento Ala è frontiera italo-austriaca con presenza di case di spedizione, alberghi e guardie di finanza da entrambe le parti. Questo periodo comunque prospero finisce con lo scoppio della Grande guerra e i successivi spostamenti di confini. Ala fu una delle prime località ad essere conquistate dal regio esercito italiano (27 maggio '15) insieme ad Avio e alla sua frazione, Borghetto. Si dice che la sua presa costò solo 2 vittime da parte italiana, Ettore Vincenzi di Modena e Pietro Vallaro di Vercelli, soldati del 114 reggimento di Fanteria (come riportato nella lapide commemorativa sito nel Giardino della Famiglia Piconi) e oltre una quarantina di prigionieri da parte austriaca.
114 reggimento di fanteria
Lapide commemorativa primi caduti sul fronte Trentino nella grande guerra (giardino Piconi)
Nel 1944, quando i nazisti erano in ritirata dall'Italia, decisero di costruire lo sbarramento di Ala come ultimo baluardo.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Ala_(Italia)