Collocata sul lato occidentale delle mura, era originariamente l'accesso del decumano massimo di epoca romana. Ha assunto l'aspetto attuale di arco bugnato nell'Ottocento, quando l'architetto Jacopo Subleyras ridisegnò il fornice. Il nome della porta si deve alla Chiesa e al convento di San Francesco che sorgono di lì a poco; in precedenza era nota come Porta San Benedetto, dal nome della piccola chiesa che si trova immediatamente all'interno e dell'attiguo ex-ospedale.
Originariamente la porta doveva essere molto più stretta e bassa, allargandosi poi in un vestibolo in opera poligonale, conservatosi in gran parte, che termina con gli stipiti di un'originaria controporta di chiusura, circa 7 metri all'interno; tale struttura serviva per imprigionare i nemici che avessero sfondato la prima porta senza poter oltrepassare il secondo blocco.
È stata rinvenuta la pavimentazione basolata di epoca romana che si trovava ad ottanta centimetri sotto il livello attuale. Sul lato interno della porta, al di sopra dell'arco, è visibile un affresco del Settecento, raffigurante san Francesco d'Assisi, ed ora in grave stato di abbandono. All'esterno la porta si apre su Largo Madonna della Libera e lascia visibile sulla sinistra l'abside della già citata Chiesa ospedaliera di San Benedetto.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Porte_di_Alatri