La chiesa di San Giovannino è situata nella via principale di Alessandria. È sede della Veneranda Confraternita del Santissimo Crocifisso.
La chiesa di San Giovannino era nel quartiere di Gamondio, contrada del Correggio, nella zona vicino alla porta, nelle mura della città, che si diceva “di Genova” e fu costruita a seguito di un lascito testamentario di Stefanino Pupino che, con atto del 20 dicembre 1484, chiamò erede la Veneranda Confraternita del Santissimo Crocifisso. Va detto che la chiesa di san Giovanni decollato alla quale il testamento si riferisce era, con ogni probabilità, la chiesa dei cavalieri dell'Sovrano Militare Ordine di Malta che sorgeva quasi davanti alla chiesa di san Giacomo della Vittoria, più spostata verso piazza Marconi. Si faccia inoltre attenzione alla terminologia usata: i confratelli dovevano costruire non un'ecclesia, ma un oratorium quindi un edificio più piccolo, juxta et prope dictam ecclesiam, cioè “simile e vicino” a quella, non in sua sostituzione o ampliamento. Tra questa e quella che fu costruita: l'attuale, in corso Roma - proprio davanti alle case che allora e fino alla metà del XIX secolo appartenevano alla famiglia Trotti - vi sono poche centinaia di metri cioè, come è affermato nel testamento: juxta et prope, “simile e vicino” a quella.
Perciò, il titolo originario della chiesa e della Confraternita era: san Giovanni decollato. Essa, però, non deve essere confusa con la chiesa e Confraternita di san Giovanni decollato di Bergoglio (sempre citata nei documenti con il predicato: de Bergolii o de Burgo); né con la chiesa di san Giovanni del Cappuccio, poi detta: san Giovanni “il grande”.
Per evitare tutta questa confusione, già nel 1524, in un testamento rogato dal notaio Giovanni Stefano Stortiglione, ed ancora nel 1529, in una carta fra gli atti del notaio Lorenzo Berneria contenente l'elenco delle Confraternite di Alessandria, veniva chiamata (poiché era la più piccola delle chiese alessandrine dedicate a questo santo che peraltro è anche sovente raffigurato con le fattezze di un bambino): sancte Joannes parvus o parvulus, comunemente: san Giovannino.
Il titolo della Confraternita, però, con l'aggregazione all'Arciconfraternita romana del santissimo Crocifisso mutò gradualmente: nel 1632, nel “Libro grosso delle Confraternite” è citata con il nome di “santissimo Crocifisso in san Giovanni decollato”; ancora nel 1782, negli atti della visita pastorale, viene chiamata: v.dae Confraternitatis s. Joannis decollati aggregata Arciconfraternitati ss. Crucifixi erecta in ecclesia s. Marcelli almae urbis ed anche, negli stessi atti, Confraternitatis s. Joannis decollati aliter ss. Crucifixi appellata. Nella “Raccolta di iscrizioni alessandrine” pubblicata nel 1935 dal marchese Francesco Guasco di Bisio, essendo coautori il prof. canonico Francesco Gasparolo ed il dott. Carlo Parnisetti, si afferma che nel manoscritto del marchese Carlo Guasco di Castelletto (1724-1796) il quale già nel corso del XVIII secolo aveva compiuto una prima raccolta di iscrizioni alessandrine, san Giovannino è definita “Chiesa della Confraternita dei Nobili di Alessandria sotto il titolo del ss. Crocifisso”.
Nel 1706, a seguito di un incendio provocato dallo scoppio di un magazzino avvenuto il 14 ottobre, la chiesa subì gravissimi danni. I confratelli allora decisero di costruire una nuova chiesa sul sedime di quella precedente. Ottenuto il permesso dal vescovo Francesco Arborio Gattinara, nel 1709 iniziarono la demolizione ed il 29 agosto - festa della Decollazione (martirio) di san Giovanni il battista - dello stesso anno fu posta la prima pietra sull'angolo verso la casa del conte Trotti. Nel 1731 fu terminata.
In un locale minore della chiesa è custodito un quadro raffigurante la decollazione di san Giovanni il Battista eseguito nel 1718 dal pittore Giuseppe Daneo, confratello. Nello stesso locale, a fronte del precedente, è pure custodito un altro grande quadro raffigurante san Bovo, fatto eseguire nel 1717 da alcuni "massari" (allevatori e commercianti di bestiame) per onorare il loro santo protettore che si festeggiava con una novena nel mese di maggio.
Dal “Libro dei conti” si apprende pure che nella prima metà del settecento hanno lavorato a san Giovannino i pittori Andrietti e gli intagliatori Rabaglietti e Chiara.
Nel 1756 vennero aperti due sepolcreti, ora non più visibili a seguito del rifacimento del pavimento negli scorsi anni cinquanta. Uno era in cornu Evangelii, per i confratelli; l'altro in cornu Epistulae, per le consorelle.
Nel 1767 subì un nuovo intervento. Su progetto dell'architetto Giuseppe Domenico Trolli, furono costruiti il coro, la sagrestia, il campanile e la volta sopra il presbiterio. Fu cioè costruita l'abside e di conseguenza fu alzata. L'intervento che la rese conforme ai canoni del barocco, fu completato con la decorazione dell'interno ed il 13 marzo 1769 fu benedetta dal vescovo Giuseppe Tommaso de Rossi.
Nel 1890 furono nuovamente realizzati alcuni interventi.
Dal 1643 al 1651 ospitò la parrocchia di Sant'Andrea dalla quale dipendeva, quando i padri trinitari scalzi che l'officiavano, autorizzati già dal 16 aprile 1625 da papa Urbano VIII, ricostruirono la chiesa parrocchiale esistente già nel XIII secolo.
Nel 1806, essendo stata san Giovannino occupata per decisione del governo francese “per causa dell'imperial servizio”, fu la Confraternita ad essere ospitata in sant'Andrea.
Successivamente, nel riordinamento delle parrocchie cittadine provocato dallo stesso governo francese, la parrocchia di sant'Andrea fu unita a quella dei santi Alessandro e Carlo - in quel momento temporaneamente Cattedrale a seguito della demolizione dell'antico Duomo - e la chiesa fu chiusa. Allora, con decreto del vicario generale, Nicolao Benevolo, dell'11 febbraio 1807, la Confraternita fu trasferita nella chiesa della collegiata e parrocchia di Santa Maria delle Neve e della Corte, s. Lorenzo. Rimase in questa chiesa fino al 1816: il 12 novembre, infatti, il gruppo del ss. Crocifisso fu riportato processionalmente a S. Giovannino che, nel contempo, fu riconciliata dopo l'uso profano.
Dal 1825, per decreto del vescovo Alessandro d'Angennes del 12 febbraio, ospitò la Parrocchia di san Giovanni evangelista per l'assistenza spirituale degli abitanti fuori dalla porta di Savona: un'ampia zona che si estendeva dal Tanaro ai quartieri Cristo e Pista e si concludeva al termine dell'odierno corso 100 Cannoni con l'area dell'ex mulino Fossati, a ridosso della porta di Marengo che prima dipendeva dalla Parrocchia di sant'Andrea e, poi, da quella della collegiata di santa Maria della Neve e della Corte, san Lorenzo. Questa stava diventando gradualmente un'area, in particolare la zona Cristo/Pista, di grande insediamento e di espansione della città.
La Parrocchia nel 1905, a seguito dell'ultimazione della chiesa parrocchiale, si trasferì definitivamente al Cristo e le fu assegnato, però, non tutto il territorio che originariamente aveva, ma unicamente quello a ponente della ferrovia. San Giovannino, tuttavia, continuò ad ospitare una nuova Parrocchia che prese il nome dalla Confraternita, la Parrocchia del santissimo Crocifisso, appositamente costituita per gli abitanti a levante della ferrovia (cioè del quartiere Pista) ed in città fino al ponte della ferrovia sul Tanaro, ed al cappellano della Confraternita (nominato dal vescovo sulla base di una terna di nomi definita dal Sodalizio) vennero affidate le funzioni di parroco. Ciò continuò fino al 1935 quando, ultimata la chiesa della Madonna del Suffragio, anche questa Parrocchia si trasferì definitivamente nella sua sede naturale e san Giovannino tornò di piena pertinenza della Confraternita.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giovannino_(Alessandria)