Amelia, anticamente nota con il nome di Ameria, secondo la mitologia fondata dal re Ameroe, è una città di origini antichissime: fu certamente tra i primi centri italici. Catone, citato da Plinio nel libro III della Naturalis historia, afferma che la città fu restaurata 963 anni prima della guerra dei romani contro Perseo, re di Macedonia, e quindi nel 1134 A.C. Testimonianza di tale vetustà sono le mura megalitiche (VI-VI secolo a.C.), visibili per un piccolo tratto nella parte alta della città, all'interno del perimetro formato dalle monumentali mura poligonali (IV-III secolo a.C.), che, unitamente a quelle romane e medievali, cingono gran parte dell'abitato per circa 2 km.
Sarebbe stata sede, assieme alla città di Todi, di un evento prodigioso avvenuto ai tempi del terzo consolato di Mario, nel 103 a.C.: Plinio riporta infatti che "quelli di Amelia e Todi scorsero armi nel cielo scontrarsi tra loro, venendo da Oriente e da Occidente, e furono sconfitte quelle che venivano da Occidente" (Nat. Hist., II, 148). Un fenomeno del quale, come sempre in questi casi, gli interpreti ebbero molta fatica nel proporre interpretazioni.
Città di confine, prima umbra poi romana, Amelia vanta numerose testimonianze del suo passato: oltre alla cinta muraria, che costituisce il monumento più importante in parte crollato, citiamo l'interessante centro storico molto manomesso, che si estende per circa 20 ha con le sue stratificazioni, i numerosi palazzi rinascimentali, le chiese, resti di mosaici e terme.
Amelia ha avuto un periodo molto florido nell'era Romana, tanto da essere annoverata tra le città umbre più importanti e l'assunzione dello status di Municipio dopo essersi alleata con Roma. Del Municipio romano è la statua bronzea di Germanico, una delle poche rimaste al mondo, conservata nel Museo archeologico della città, oltre ai reperti storici di origine Romana provenienti dalla necropoli di san Secondo, in Umbria al di sotto del sito archeologico di Carsulae.
Alla fine dell'impero romano d'Occidente, Amelia entrò a far parte del regno di Odoacre poi in quello di Teodorico, come il resto d'Italia. Nel 548 Amelia venne assediata e presa dopo di 5 giorni da Totila, tornò sotto l'impero bizantino a seguito della vittoria nella guerra gotica di Belisario e Narsete.
Con la discesa dei Longobardi in Italia nel 568 Amelia si trovò contesa tra il Ducato di Spoleto (longobardo) e l'Impero Bizantino, dato che la via Amerina in Umbria era rimasta la via di collegamento principale del Corridoio Bizantino, l'unico percorso che consentiva il collegamento tra Roma, sede del potere spirituale, e Ravenna, sede del governo bizantino in Italia. Più volte ci furono occupazioni e successive liberazioni, sia per via militare sia attraverso negoziati. Venne occupata una prima volta nell'anno 579 circa dal duca di Spoleto Faroaldo I, quindi nel 591 dal suo successore Ariulfo. Nel 592 ci fu la liberazione da parte di Romano, esarca di Ravenna, ma Ariulfo riconquistò nello stesso anno le città del corridoio umbro e tornarono sotto il controllo dei bizantini solo dopo l'accordo tra il re longobardo Agilulfo e papa Gregorio Magno.
Questa situazione rimase stabile fino al 739, quando il re longobardo Liutprando occupò Amelia, Orte, Bomarzo e Blera. Solo in seguito all'incontro tra Liutprando e papa Zaccaria, avvenuto a Terni nel 742, Amelia tornò sotto il controllo di Roma.
Amelia, in tutto il Medioevo e Rinascimento, sarà nell'asse della triade ghibellina umbra, cioè sarà sempre - eccetto piccoli e rarissimi casi - insieme a Terni e Todi come antitesi all'asse guelfo umbro composto da: Spoleto e Narni coadiuvate da nobili famiglie romane con mire espansioniste. Dal quindicesimo secolo i papi per tre volte nominano un podestà da Roma. Tale circostanza viene rievocata ogni anno nell'ambito delle manifestazioni storiche del "Palio dei Colombi".
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Amelia