La cattedrale di Santa Fermina è il principale luogo di culto cattolico di Amelia, concattedrale della diocesi di Terni-Narni-Amelia. La chiesa è qualificata come concattedrale dal 1986, quando la diocesi di Amelia è stata unificata con la diocesi di Terni e Narni. L'ultimo vescovo della diocesi di Amelia è stato monsignor Vincenzo Lojali, deceduto il 14 marzo 1966.
Nella cattedrale si trovano le reliquie dei patroni di Amelia, Fermina (o Firmina) ed Olimpiade.
L'antica cattedrale di Amelia risale al IX secolo; quell'edificio fu gravemente danneggiato da un incedio o da un terremoto nel 1240 e ricostruito in stile romanico. In seguito fu sottoposto a lavori di restauro a causa dei gravi danni subiti da parte delle truppe di Federico II nel XIII secolo. Un incendio distrusse quasi completamente l'edificio nel 1629, fu quindi riedificato in forme barocche. La facciata è stata completata nel XIX secolo.
La cattedrale di santa Fermina sorge alla sommità del colle sul quale è costruito il centro storico di Amelia.
La facciata neoclassica, è a salienti con, al centro, il portale con timpano triangolare marmoreo. Più in alto, si apre un grande finestrone a lunetta. La facciata è coronata dal cornicione e dal timpano triangolare, idealmente sorretti da due coppie di lesene corinzie.
Alla sinistra della facciata, si eleva la torre campanaria a pianta dodecagonale, dell'XI secolo. Essa è caratterizzata, oltre che dalla sua forma, anche dall'assenza di copertura.
L'interno della chiesa è a croce latina, con navata unica e profondo presbiterio absidato. Lungo la navata, coperta con volta a botte affrescata, si aprono cinque cappelle per lato. All'interno di una di queste, sono esposti due stendardi sottratti ai Turchi durante una scorreria nel mar Tirreno nel secolo XVII.
La cattedrale espone importanti opere d'arte di Francesco Perini (Ultima cena, 1538), Niccolò Circignani, Agostino di Duccio (Tomba dei Geraldini, 1476), Antoniazzo Romano (Madonna con bambino, attr.), Ippolito Scalza (Monumento funebre di Baldo Farrattini), Taddeo Zuccari, Luigi Fontana. La chiesa è dotata di due importanti organi.
Sulla parete destra del presbiterio, sopra l'apposita cantoria, si trova l'organo a canne principale.
Lo strumento, è stato costruito nel 1904 dalla ditta organaria austriaca Rieger Orgelbau su progetto di Filippo Capocci, riutilizzando la cassa del precedente organo settecentesco. Lo strumento, originariamente a trasmissione pneumatica, è stato elettrificato nel 1973 da Leandro Buccolini che ha spostato la consolle dalla cantoria al presbiterio; un altro restauro è stato effettuato nel 1998 da Angelo Carbonetti. Infine, nel 2014, viene deciso un nuovo intervento di restauro ed ampliamento, con l'inserimento di nuove mutazioni, di una mistura all'organo espressivo e di ance sia alle due tastiere che al pedale. I lavori sono stati portati a termine dall'organaro Pietro Corna di Bergamo, che ha ricostruito i nuovi registri attenendosi rigorosamente alle misure e alle leghe utilizzate dalla ditta Rieger all'epoca della costruzione dello strumento (1904).
L'organo, a trasmissione elettrica, ha due tastiere di 56 note ciascuna ed una pedaliera dritta di 30 note.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Amelia