La chiesa di San Domenico di Ancona si trova in Piazza del Papa, piazza principale del rione di San Pietro ed una delle quattro piazze principali della città. Occupa con la sua facciata uno dei due lati corti della piazza, alla sommità di una scalinata.
L'attuale chiesa fu progettata da Carlo Marchionni nel 1763; la prima pietra fu posta nel 1771. Per la sua costruzione viene demolita la preesistente chiesa omonima, del XIII secolo, che sorgeva più a sinistra rispetto all'attuale facciata. Con l'occupazione francese e l'avvento della Repubblica Anconitana, la chiesa, di cui non era stata ancora completata la facciata, venne nel 1798 adibita a caserma; la parte superiore del prospetto principale rimase perciò incompiuta. Fu riaperta al culto nel 1816, con la Restaurazione.
In seguito al terremoto del 1930, la parte superiore della facciata venne alterata dall'inserimento di strutture in cemento armato, e di un rivestimento in mattoni a riseghe per riparare ai danni. Durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale la chiesa venne nuovamente danneggiata e la copertura crollò in alcune zone. La venerata immagine dell'Incoronata, proveniente dalla chiesa precedente e già collocata in una cappella laterale, venne distrutta, come due statue di santi domenicani di Gioacchino Varlè e alcuni dipinti, tra cui uno di Andrea Lilli: Santo Stefano. Nel dopoguerra la chiesa venne restaurata e le statue e i dipinti distrutti furono sostituiti da altri; fu riaperta al culto nel 1948.
Nella magnifica facciata in pietra d'Istria, a cinque campiture e a doppio ordine, di cui venne purtroppo portato a termine solo il primo, lesene e una coppia di semicolonne Ioniche - caratterizzate da una forte rastremazione e capitelli poggiati su astragalo e filetto, ornati da festoni, un minuscolo stemma recante una stella a otto punte - si ergono su piedistalli di forma quasi cubica, sintetici nelle loro modanature: nelle basi e nelle cimase sono infatti presenti solamente cavetto, listello e corona.
La composizione del prospetto, tutto un gioco di contrasti, distacca le campiture laterali dalla porzione centrale mediante controlesene infossate nella facciata, quasi a creare un vuoto; viceversa, ai lati dell’edificio le controlesene emergono creando solide angolature. Nell’interasse mediano, il grande portale inquadrato da colonne corinzie – anch’esse fortemente gonfiate dall’entasis – presenta un sottile architrave nel quale, occupando un’elevazione sommitale, è ospitata una conchiglia che sembra quasi volersi espandere sulla sua superficie. Una targa, posta sopra l’architrave del portale, è sorretta simmetricamente da otto gocce; la sormonta la pesante trabeazione delle colonne corinzie, dal timpano curvilineo e spezzato.
Una sequenza di gola rovescia, listello, corona, listello e gola rovescia – prosecuzione di alcuni degli elementi della cornice del portale – taglia orizzontalmente a metà altezza la facciata, individuando le modanature che fungono da base della calotta delle nicchie ospitate nelle campiture laterali al portale e i riquadri delle specchiature, decisamente sagomate e dalle forme spigolose.
I portali laterali, di chiara ascendenza borrominesca, sono sormontati da oculi; mensole lisce sono rette da morbide conchiglie, mentre i fregi sono sostituiti nuovamente da mensole con gocce dalla forma squadrata. Gli architravi, insieme alle cornici, seguono nervosamente la profilatura degli oculi: viene così a crearsi un amalgama di forme di notevole brio. Similmente alle modanature della cornice del portale, parte degli elementi dell’architrave e della cornice dei portali laterali proseguono nelle campiture adiacenti, fungendo da piedistalli per eventuali statue da collocarsi nelle nicchie.
Lo svettante campanile in mattoni, a pianta quadrangolare e dalle facciate tagliate da semplici lesene e stretti archi con chiave di volta, è situato a destra della facciata e ne viene parzialmente coperto. I quattro timpani triangolari ed il caratteristico tamburo che sovrasta la cella campanaria presenta forme ottagonali e l’aprirsi sulle diagonali di deliziosi oculi danno vita ad un'interessantissima combinazione. Il cupolino, costruito attraverso l’incastro di più blocchi in pietra d’Istria, è percorso da quattro possenti coppie di nervature, ottenute intaccando con profonde specchiature la bianca superficie. Sulla cima del campanile, un piccolo piedistallo panciuto reca una croce trilobata in ferro.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Domenico_(Ancona)