La collegiata di San Giovanni Battista è la chiesa madre della città di Angri, comune in provincia di Salerno, situata nell'omonima piazza e nelle adiacenze del Castello Doria di Angri. Vengono custoditi al suo interno la statua lignea di san Giovanni Battista e il busto argenteo del medesimo santo, i quali sono oggetto di venerazione da parte della popolazione angrese da molti secoli. In alcuni locali posti al sud della collegiata alcuni fedeli angresi crearono due secoli dopo la fondazione della chiesa una confraternita intitolata a Santa Margherita di Antiochia, tuttora esistente e attiva.
La chiesa fu fatta costruire una prima volta nel 1181 da un sacerdote locale, un certo Giovanni de Miro, e dedicata inizialmente a Sant'Angelo (si intende san Michele arcangelo). Il sacerdote Giovanni de Miro vissuto nel XII secolo non deve essere confuso con un sacerdote suo omonimo, appartenuto presumibilmente anche al medesimo casato e vissuto nell'XI secolo, sempre ad Angri. Tale Giovanni de Miro fondò, secondo alcune fonti, la prima chiesa di Angri, quella dedicata a San Benedetto da Norcia, in uno dei due più antichi rioni della città, il rione Ardinghi.
La chiesa quando venne eretta era di dimensioni più piccole di quelle che si possono ammirare oggi. Il motivo per il quale il nome della chiesa venne intitolato inizialmente a San Michele arcangelo è che all'epoca la popolazione locale e successivamente quella longobarda era molto devota agli angeli custodi ed in particolare allo stesso san Michele, capo delle milizie celesti. Infatti, anche i longobardi, giunti in Italia secoli prima, e dopo la loro conversione dall'arianesimo al cristianesimo, adottarono san Michele arcangelo come loro patrono e santo protettore.
Secondo alcune fonti scritte trasmesse fino a noi dagli storici dell'epoca, indicano che esisteva una chiesa sorta poco dopo un altro edificio religioso e intitolata a Sant'Angelo. L'altro edificio religioso secondo tali testimonianze era un monastero e vi era al suo interno un eremo. Entrambi gli edifici sarebbero sorti nell'VIII secolo o forse anche anni prima della fondazione della prima chiesa di Angri. Il monastero era gestito dai monaci benedettini e al suo interno vi svolgevano delle celebrazioni liturgiche sia private e sia verso la popolazione locale. Poco dopo la fondazione di questi edifici, passarono sotto il governo del priorato dell'abbazia di Cava De' Tirreni. Sempre secondo questi testi inoltre, entrambi questi edifici erano situati sopra Angre, in loco qui dicitur Curbaru (sopra la città di Angri, in località di Corbara). Corbara infatti confinava e confina tuttora con le terre di Angri andando verso sud e si estende ai piedi dei Monti Lattari. Le testimonianze di questi storici però, non indicano se questi edifici si trovassero in territorio di Corbara o al confine fra le due città, poiché oggigiorno, non esistono più. Sempre secondo queste fonti, ad Angri c'era anche una località che veniva chiamata nel Medioevo alli santi Angeli o alli beati santi Angeli (ai beati e santi angeli), ed era situata nel fundo Marciani (fondo Marciano), poi rinominata e chiamata ancora oggi con il nome di rione Casalanario.
Anche nel Codex diplomaticus avensis (codice diplomatico Cavese) in merito ad Angri, si descrive l'esistenza effettiva di una chiesa annessa ad un'antica masseria e dedicata ancora a Sant'Angelo. Questo complesso di edifici inoltre, era situato sempre secondo ciò che narra il codice in terra d'Angri e più esattamente sempre nel fondo Marciano. Si racconta sempre secondo il codice che questa masseria fu di beneficio dell'abbazia di S. Massimo di Salerno e nel IX secolo dell'Episcopio di Stabia e di Paestum.
Secondo una lettera, la n° 72 del papa San Gregorio Magno, conservata dal monsignor. su-eccellenza Martini, (del gennaio 1846), dal libro XI, epistolario LXXII, indice IV, Cfr. Italia Pontificia, V. Sorrento, indirizzata dal papa S. Gregorio Magno all'abate del monastero di Sorrento, di nome Agapito, lo invitava ad accogliere tutti i monaci del monastero di Sant'Angelo del fondo Marciano nel suo perché, anche il papa venne a sapere che il monastero andò completamente distrutto a causa di alcuni guerrieri Longobardi, andati lì per saccheggiare e distruggere quelle terre. Inoltre, sempre nella lettera, Gregorio Magno invitò Agapito ad unire entrambi i monasteri finché, non si sarebbero rivendicate le terre del fondo Marciano e ripristinato l'intero complesso religioso andato completamente distrutto. Nel frattempo, il monastero del fondo sarebbe andato sotto la giurisdizione del vescovo di Nocera dei Pagani che se ne sarebbe occupato nel farlo ripristinare (cosa che non avvenne più neanche a distanza di secoli). Infine sempre nelle ultime parti della lettera del papa, obbligò sempre il vescovo Agapito, ad inviare al più presto dei monaci al monastero distrutto finché continuassero con le celebrazioni liturgiche in quelle terre di Angri.
Secondo l'archivio diocesano, dei vari testi correlati e di alcuni storici dell'epoca in cui venne eretta la chiesa di Sant'Angelo, la località esatta dell'erezione della struttura, non è la stessa della quale sorge l'attuale Collegiata di San Giovanni Battista ma, si troverebbe in un altro luogo di Angri ovvero in una qualche località montana di Angri e che venne infine sostituita dalla funzione di parrocchia dalla nuova collegiata di San Giovanni Battista.
Altri storici affermano invece che l'antica chiesa di Sant'Angelo, venne eretta nel perimetro dell'attuale collegiata di San Giovanni Battista.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Collegiata_di_San_Giovanni_Battista_(Angri)