È verso la foce del fiume Magra che si ebbero le maggiori trasformazioni del paesaggio: nel bacino, oggi interrato, al tempo dei Liguri facevano scalo navi greche, etrusche e infine quelle romane.
Arcola era un antico deposito di passaggio nell'avanzata di Roma contro le popolazioni Liguri negli anni 639-516 a.C. e la sua storia può essere ricondotta alle vicende che hanno interessato la Lunigiana e la val di Magra.
Il paese sorse, con Ameglia e Castelnuovo Magra, per la necessità di fuggire alla malaria diffusa nel territorio lunigianese. Nell'Alto Medioevo fu saccheggiato dai Normanni e assalito ripetutamente dai saraceni, anche se non esistono documenti specifici che attestino di queste notizie.
Vi operarono i monaci di san Colombano che dipendevano dall'abbazia di Brugnato.
Nell'XI secolo fu un importante centro feudale degli Obertenghi, che sulla sommità del colle costruirono un locale castello.
Nel 1077 Arcola fu compresa nei feudi confermati da Enrico IV al marchese Folco d'Este.
La proprietà del luogo venne poi infeudata ai conti di Vezzano e, in seguito, al potere dei vescovi di Luni.
Nel corso del XIII secolo Arcola si trovò al centro di vari tentativi di dominio della famiglia Malaspina. Nel 1245 gli abitanti si ribellarono alla cattiva amministrazione del marchese Moroello e Sarzana ne approfittò per acquistare il borgo con il castello, le sue terre fino alla costa di San Bartolomeo e Pitelli.
Nel 1278 Arcola venne in possesso della Repubblica di Genova.
Nei secoli successivi il paese e il castello verranno conquistati, nel 1320, da Castruccio Castracani, signore di Lucca, e, nel 1430, da Filippo Maria Visconti, duca di Milano, con l'invio del condottiero e capitano perugino Nicolò Piccinino.
Riconquistato nel 1494 dalla repubblica genovese, il castello-palazzo fu la sede della Podesteria di Arcola e Vezzano.
Le attività agricole del XV secolo erano già alquanto sviluppate, nonostante i frequenti fenomeni alluvionali: si coltivavano legumi, cereali, uva, frutta, ortaggi e foraggio. In seguito verrà introdotta anche la coltivazione del granturco mentre nel XIX secolo si comincerà a coltivarvi la patata, la barbabietola da zucchero, la canapa, il lino ed il gelso.
Nel XVII secolo, vennero realizzate le prime opere di arginatura del fiume Magra, mentre nel XVIII secolo furono costruiti i primi mulini, nel 1736, grazie all'opera di Matteo Vinzoni.
Alla caduta della Repubblica genovese e con la dominazione napoleonica Arcola rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Golfo di Venere, con capoluogo La Spezia, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 Arcola rientrò nel IV cantone, come capoluogo, della Giurisdizione di Golfo di Venere.
Nel 1799 in questa zona fu combattuta una battaglia tra le truppe franco-genovesi e quelle austro-russe; nel corso del bombardamento vengono colpiti e danneggiati sia il castello che la torre obertenga.
Dal 1803 fu centro principale del III cantone del Golfo di Venere nella Giurisdizione del Golfo di Venere e, annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 inserito nel Dipartimento degli Appennini.
Caduto Napoleone, nel 1815 Arcola entrò nella provincia di Levante del Regno di Sardegna e quindi nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio era compreso nel III mandamento di Vezzano del circondario di Levante che faceva parte prima della provincia di Genova e poi della provincia della Spezia con la sua istituzione nel 1923.
Nel 1870 il comune di Trebiano fu soppresso e aggregato ad Arcola come frazione.
Il castello, restaurato nel 1884, divenne in seguito sede del municipio di Arcola.
Nel 1928, allo scopo di ingrandire il capoluogo spezzino e di dividere gli antifascisti arcolani da quelli di Pitelli, all'epoca la frazione più grande del comune, i borghi di Pitelli, Muggiano, Fossamastra, San Bartolomeo, Ruffino e Pagliari confluirono nel territorio comunale della Spezia e il comune arcolano fu privato del suo storico sbocco sul mar Ligure e sul golfo della Spezia.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Arcola