Durante l'epoca romana, specialmente nel periodo repubblicano, Arezzo divenne una città importantissima per il nascituro impero, grazie alla sua posizione strategica che ne faceva tappa obbligata per l'attraversamento degli Appennini assieme a Rimini (Ariminum) ad est. Arezzo si trovò dunque a doversi difendere dai Galli Senoni che marciavano contro Roma. In suo soccorso giunse una robusta armata guidata dal console Lucio Metello, che trovò la morte in battaglia ma arrestò l'avanzata dei Galli. Del fatto rimane traccia in un toponimo, Campoluci, che indica il tratto di piana vicino all'Arno in cui il console combatté e morì. Dopo il fatto, Arezzo divenne sede di un presidio romano permanente.
Rimase però sempre gelosa della sua autonomia, tanto che cercò più volte di riconquistare l'indipendenza nel corso delle guerre civili della Roma repubblicana, schierandosi prima con Mario e poi con Pompeo. Silla e Cesare si vendicarono facendone una colonia per i loro veterani, il che provocò un notevole riassestamento demografico che cancellò da Arezzo - come da tutta l'Etruria - le rimanenti tracce della vecchia cultura.
All'inizio dell'età imperiale la città, operosa e ricca di inventiva, divenne ricca e prospera come al tempo delle guerre puniche, quando era stata la principale fornitrice di armi per la spedizione di Scipione in Africa. Sorsero numerosi stabilimenti pubblici, come il teatro, le terme, ed un anfiteatro di notevoli dimensioni che è giunto fino ai nostri giorni. La vita culturale ebbe un grande impulso grazie alla feconda attività del primo degli aretini illustri nel mondo delle arti e delle lettere, Gaio Cilnio Mecenate, il cui nome rimarrà per sempre legato alla promozione della cultura. Arezzo fu anche un centro di lavorazione dei metalli e, soprattutto, di vasi di ceramica: i vasi prodotti ad Arezzo erano detti "corallini" per il loro colore.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Arezzo_romana