La chiesa di Santa Maria Nuova di Asti è una chiesa cattolica molto antica; in passato è stata un'abbazia prima degli Agostiniani e poi dei canonici Lateranensi. È situata nella zona est della città sull'antica via maestra (l'attuale Corso Alfieri). È stata recentemente data in comodato d'uso alla comunità ortodossa per 10 anni.
Nel 1132 la chiesa, con il titolo di priorato, venne affidata dal vescovo Landolfo ai Canonici Mortariesi o della Santa Croce di Mortara.
Il 9 giugno 1472, essendo da alcuni anni la congregazione dei canonici mortariesi in decadenza, il papa Sisto IV concesse il priorato di Santa Maria Nuova ai Canonici regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense[1].
I Canonici regolari lateranensi ampliarono la chiesa e l'adiacente monastero. A partire dalla seconda metà del XVI secolo, il complesso fu ristrutturato secondo gli stilemi del tardo manierismo. Nella chiesa le navate laterali furono trasformate in cappelle arricchite con bellissimi stucchi, confrontabili per qualità con le migliori imprese decorative condotte all'epoca entro i confini del ducato sabaudo. Tali stucchi, benché in parte compromessi dai restauri ottocenteschi, costituiscono un unicum nel panorama artistico della città e della sua provincia.
Dal 1591 iniziarono i lavori di ampliamento dell'annesso monastero, completamente rinnovato in forme monumentali, stilisticamente collegabili alle più aggiornate ed auliche esperienze architettoniche romane filtrate e dedotte tramite il cantiere del complesso domenicano di Santa Croce a Bosco Marengo voluto da papa Pio V. In particolare il grande chiostro a colonne binate è in stretta relazione, forse non solo stilistica, con i chiostri di Santa Croce, costruiti nel medesimo lasso di tempo.
Nel 1798 in seguito alla guerra franco-sabauda, molte proprietà del clero vennero vendute all'asta per poter finanziare l'esercito di Carlo Emanuele IV. Anche le proprietà dei Canonici vennero vendute all'asta e la chiesa perse la propria dignità abbaziale.
Con l'arrivo dei francesi in Italia, molti ordini religiosi vennero soppressi, tra i quali l'ordine Lateranense, così il monastero fu posto all'asta e la chiesa affidata ad un arciprete del clero secolare. Il governo napoleonico requisì, fra i molti altri tesori d'arte, anche la tela monumentale con la "Cena in casa del fariseo", dipinta nel 1737 dal grande pittore francese Pierre Subleyras per il refettorio del convento, e oggi esposta al Louvre.
Nel 1804, dato che il monastero era andato invenduto ed era ormai da alcuni anni abbandonato, il comune di Asti lo trasformò nella sede.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_Nuova_(Asti)