Atri è un comune italiano della provincia di Teramo in Abruzzo, situato nel comprensorio delle Terre del Cerrano.
Non è dato per certo, come sostiene qualcuno, che siano stati gli Illiri, provenienti dalla Dalmazia, durante le migrazioni tra il X e il IX secolo a.C., a dare il nome alla città, la cui forma più antica, Hatria, potrebbe derivare da Hatranus o Hadranus, divinità illirica - sicula. Con le ultime scoperte archeologiche è dato per certo che la parte centrale dell'Italia era abitata dagli Osci - Oschi- Sabelli - Sabini - Safin, già dal IX millennio a.C., in grotta nella parte montana e sui terrazzi fluviali dell'Aterno, Vomano, Tordino e Tronto: culture- Bertoniana, di Catignano, del Casarino e di Ripoli. Praticavano la pastorizia transumante già dal tardo neolitico, quando il Mare Adriatico era in fase di formazione, all'inizio dello scioglimento delle acque dell'ultima glaciazione Würm, iniziato all'incirca 11.000 anni fa.
Sulle monete cittadine siglate HAT (che all'epoca si leggeva, come le altre lingue osco-italiche, da destra a sinistra - vedi la stele di Penna Sant'Andrea e quella di Capestrano che rappresenta un meddis o meddix chiamato poi dai romani magister-cit.storica anche da Salmon: i sanniti- un capo popolo e non un guerriero perché i paramenti sono solo di rappresentanza), compare anche la lupa o il lupo, (scambiato da qualcuno per cane); sono le più antiche esistenti al mondo e furono coniate, secondo molti studiosi, tra il VII e il VI secolo a.C.[Riportare le fonti che affermino tale datazione e il fatto che queste risulterebbero essere le più "antiche monete al mondo".]
Il peso della moneta è quello italico (come pure le misure) adottato prima del secolo IV a.C., diverso da quello greco, sia antico che classico adottato da Roma dal IV secolo a.C. al II secolo a.C. circa e da quello romano dal sec. II a.C. fino alla caduta dell'Impero, Secondo alcuni storici da Atri derivò il nome del mare Adriatico o viceversa, che invece secondo altri potrebbe da collegarsi ad Adria, in provincia di Rovigo, nata, però, molto più tardi.[Inserire la fonte che attesti l'antichità di Atri su Adria veneta] Diede i natali alla famiglia italica, trasferitasi in Spagna, dalla quale nacquero (in Spagna) l'imperatore Adriano e l'imperatore Traiano.
Atri ebbe una florida attività commerciale con gli Etruschi, Umbri e con la Grecia verso la quale esportava vino e olio; i più interessanti monili etruschi o forse italici (v. anche museo archeologico nazionale di Campli o museo Paludi di Celano) qui rinvenuti sono conservati al British Museum di Londra. Faceva parte, con Ascoli Piceno ed Ancona, del popolo dei Piceni che formarono la lega italica assieme ai vestini, interamnensi, marrucini, frentani, peligni, marsi, cerecini, sanniti, ecc., tutte genti italiche, confederate contro Roma. Il suo importante porto le permise di vantare una temuta flotta e di avere contatti commerciali floridi con la Grecia, nonostante le navi venissero spesso attaccate dai pirati Illirici (v.anche Roma si interessò per proteggere Atri dai pirati). Divenuta colonia latina nel 29 a.C., Hatria continuò comunque a battere la sua moneta. Si distinse in battaglia accumulando premi e privilegi.
Nel periodo imperiale la città continuò ad essere un centro importante, diede origine alla famiglia dell'imperatore Adriano, che la riteneva sua seconda patria ed in essa ricoprì la carica di quinquennale a vita e di curator muneris pubblici. Dalla stessa famiglia, italica, trasferitasi in Spagna nacque anche l'imperatore Traiano, suo consanguineo.
L'Ager Hatrianus si estendeva a nord dal fiume Tordino, comprendeva il Vomano, e finiva a sud fino al fiume Saline, dove aveva inizio il territorio dei Vestini, mentre il confine occidentale coincideva con le pendici del Gran Sasso.
Nel Basso Medioevo a causa delle invasioni dei barbari e poi dei pirati Illirici, dei Saraceni, degli Ungari, ecc. fu soggetta a un lungo periodo di decadenza e di abbandono. Fino al XIII secolo si hanno scarse notizie della città che, sotto i Longobardi, faceva parte del Ducato di Spoleto e nel XII secolo era feudo principale dei Conti d'Apruzio.
Nel 1082 Trasmondo, Conte di Penne, concede il Castello di Atri al Monastero di Farfa.
Atri, per prima tra le città del Regno, si schierò dalla parte guelfa. Nel 1251 papa Innocenzo IV istituì la Diocesi e concesse autonomia comunale, con territorio corrispondente a quello dell'antico agro coloniale romano. L'anno successivo la Diocesi di Atri fu unita "ad invicem" a quella di Penne.
Nel 1305 fu completata la maestosa cattedrale, monumento nazionale, dedicata a Santa Maria Assunta e celebre per il pregevole ciclo di affreschi quattrocenteschi dell'artista abruzzese Andrea De Litio.
Nel 1384 si verificò un terremoto che scosse anche Teramo.
Nel 1393, Atri fu venduta per 35.000 ducati al conte di San Flaviano Antonio Acquaviva, che fu il primo di 19 duchi, i quali dal 1455 ottennero per matrimonio la contea di Conversano, e Atri divenne capitale del ducato.
La famiglia Acquaviva dalla fine del XV secolo aggiunse al proprio cognome l'appellativo d'Aragona con diploma regio del 1479 e fu autorizzato a fregiarsi delle insegne araldiche degli Aragona quale segno perpetuo di riconoscimento ricevuto da Andrea Matteo III Acquaviva da parte del re di Napoli Ferdinando I, per il coraggio mostrato da suo padre Giulio Antonio Acquaviva nella battaglia di Otranto del 1480 contro i turchi che avevano assediato quella città e sterminato il suo popolo in nome della fede musulmana.
Nel 1563 (18 settembre) si verificò un terremoto che provocò la caduta del frontespizio della porta maggiore della cattedrale;
Fra Sei e Settecento i duchi Acquaviva confermano una particolare sensibilità per la letteratura e le arti.
Nel 1757 Atri tornò sotto il dominio diretto del Regno di Napoli, fino al momento in cui entrò a fare parte del Regno d'Italia.
Il 10 giugno 1884 il terremoto che abbracciò tutto il versante adriatico creò conseguenze alle costruzioni di Atri come pure di Penne e Città Sant'Angelo.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Atri