Piazza della Signoria è la piazza centrale di Firenze, sede del potere civile e cuore della vita sociale della città. A forma di L, si trova nella parte centrale della Firenze medievale, a sud della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. In passato ha assunto diversi nomi, come piazza dei Priori o piazza del Granduca.
Grazie ai ritrovamenti archeologici effettuati a partire dal 1974, si è potuto stabilire che le prime attività nell'area della piazza risalgono al Neolitico e che la piazza attuale costituiva una zona importante della città romana, con un impianto termale di epoca adrianea ed una fullonica di dimensioni industriali vicino al teatro, i cui resti sono stati rinvenuti sotto Palazzo Vecchio (scavi di Palazzo Vecchio). Successivamente (IV-V secolo) le terme e la fullonica vennero abbandonate e riutilizzate da poveri edifici ed attività artigianali, mentre fu realizzata una grande basilica paleocristiana (27x50 metri circa).
La basilica sembra essere rimasta in uso sino al VII secolo per poi essere sostituita da una piccola chiesetta (9x16 metri circa) dedicata a chiesa di Santa Cecilia (datata all'VIII secolo e documentata nel IX secolo). A partire dal X secolo iniziò il processo di ricostruzione urbanistica che portò alla definizione del quartiere medievale poi abbattuto per la realizzazione della piazza. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce diverse torri, case ed i resti di due chiese (Santa Cecilia e San Romolo) con le rispettive aree cimiteriali. Una lapide quasi all'angolo con via de' Calzaiuoli ricorda appunto San Romolo vescovo e martire, più o meno dove si trovava la chiesa e dove oggi sorge il palazzo Bombicci.
Nella zona settentrionale della piazza vi era il quartiere dei ghibellini Uberti con la turris maior (gli scavi, eseguiti a più riprese dal 1974 al 1989, non hanno ancora ricevuto un'edizione completa).
La piazza cominciò ad assumere la forma attuale intorno al 1268, quando le case dei Ghibellini che si ergevano nella zona furono demolite dai Guelfi vittoriosi a Benevento, ma senza dare all'area un'impostazione coerente ed unitaria, tanto che fu pavimentata solo nel 1385. Di pari passo venne costruito il Palazzo della Signoria, così la piazza divenne il centro della vita politica cittadina, in antitesi con il centro religioso di Piazza del Duomo e la piazza per i commerci che era il Mercato Vecchio, dove oggi sorge Piazza della Repubblica. Nel XIV secolo vengono aggiunte la Loggia della Signoria, per le cerimonie pubbliche, e il Tribunale della Mercanzia, istituto atto a dirimere le controversie di tipo civile e commerciale.
Sede del potere civile, la piazza era anche sede delle pubbliche esecuzioni, di cui la più famosa è quella del 23 maggio 1498, quando Girolamo Savonarola fu impiccato e bruciato per eresia (una targa sulla piazza, di fronte alla Fontana del Nettuno, ricorda questo evento) nello stesso luogo in cui, con i suoi discepoli, aveva operato il cosiddetto Falò delle Vanità, dando alle fiamme molti libri, poesie, tavoli da gioco, vestiti, ecc.
Gli interventi nei secoli successivi riguardano soprattutto l'arredo scultoreo e culminano in epoca granducale con la trasformazione della Loggia della Signoria in una sorta di museo all'aperto. La costruzione degli Uffizi alla metà del Cinquecento, crea inoltre una nuova prospettiva in direzione del fiume. La piazza non resta estranea al "risanamento" ottocentesco del centro storico, nell'ambito del quale vengono realizzati interventi stile neorinascimentale, come il Palazzo delle Assicurazioni davanti a Palazzo Vecchio.
L'elemento centrale della piazza è il trecentesco Palazzo Vecchio, edificato tra il 1299 e il 1314 per dare una degna sede ai Priori delle Arti, i rappresentanti delle corporazioni professionali che dal 1282 detenevano il Governo della città e che erano soliti risiedere al Bargello.
Il progetto architettonico è riferito ad Arnolfo di Cambio che negli ultimi anni del XIII secolo è impegnato nei più importanti cantieri fiorentini: il Duomo, Santa Croce e la nuova cerchia di mura. La tipologia dell'edificio reinterpreta con originalità i caratteri delle strutture fortificate medievali e costituisce un modello per i palazzi pubblici toscani costruiti successivamente.
In particolare la Torre di Arnolfo, alta 95 metri, presenta un'ardita soluzione architettonica essendo allineata con il ballatoio sporgente, anziché posta in posizione più centrale. Originariamente il Palazzo doveva presentarsi come un volume a sé, mentre gli ampliamenti successivi si sono addossati alla facciata tergale colmando l'intero isolato fino a via dei Leoni. Al tempo della Repubblica savonaroliana, infatti, l'allargamento del Consiglio del Popolo a cinquecento membri, determinò la costruzione del Salone dei Cinquecento sopra il Cortile della Dogana (1495). La saldatura tra i diversi corpi di fabbrica è leggibile sul lato di via de' Gondi, dove il Salone si riconosce per il paramento esterno incompiuto e i grandi finestroni del Cronaca.
I lavori più consistenti ebbero inizio nel 1540, quando il Granduca Cosimo I de' Medici decise di trasferire la residenza della famiglia ducale dal Palazzo Medici di via Larga a quello che era stato il Palazzo Pubblico. Tuttavia questi interventi riguardarono soprattutto gli interni e la nuova parte che affaccia su via della Ninna e via dei Leoni, mentre su piazza della Signoria i nuovi e preziosi ambienti restano celati nella severa mole arnolfiana. L'unica modificazione di rilievo sulla facciata si ha nell'Ottocento con la demolizione dell'aringhiera, un alto parapetto in marmo con sedili, realizzato nel 1323 per le cerimonie ufficiali del Comune.
La Loggia della Signoria, chiamata anche Loggia dei Lanzi (perché vi si accamparono il Lanzichenecchi nel 1527) o Loggia dell'Orcagna (per via di un'errata attribuzione al fratello dell'architetto progettista), venne costruita tra il 1376 e il 1381 da Benci di Cione (fratello appunto dell'Orcagna) e Simone di Francesco Talenti con funzione di "arengario" coperto, ossia di balcone per arringare la folla durante le cerimonie ufficiali. Dal punto di vista architettonico la costruzione unisce elementi gotici, come i pilastri a fascio e il coronamento traforato, ad elementi di matrice classica come i grandi archi a tutto sesto, secondo la particolare interpretazione fiorentina del linguaggio gotico.
Nel corso del Cinquecento la loggia perse l'originaria funzione, una volta venute meno la struttura democratica, per divenire una sorta di museo all'aperto delle sculture della collezione medicea. Nel 1555 Cosimo I vi pose infatti il Perseo del Cellini e nel 1585 Francesco I vi collocò il Ratto delle Sabine del Giambologna. Alla fine del Settecento, all'epoca di Pietro Leopoldo di Lorena, venne realizzato un nuovo allestimento con la collocazione nella Loggia di numerose sculture antiche trasferite a Firenze da Villa Medici a Roma. Le successive modificazioni ottocentesche, infine, consolidano l'aspetto di Galleria delle Statue che conserva tuttora.
Il Tribunale della Mercanzia venne costruito nel 1359 sul luogo dove sorgeva il Teatro Romano, al fine di ospitare la sede del Tribunale della Mercanzia. L'istituto, fondato nel 1308, aveva la funzione di dirimere le controversie tra le diverse Arti o tra gli iscritti delle singole Arti. Sulla facciata, in alto, vi sono le copie degli stemmi delle ventuno Arti, più quello del Tribunale della Mercanzia, mentre gli originali si conservano all'interno del Palazzo.
Palazzo Uguccioni fu costruito per Giovanni Uguccioni a partire dal 1550. L'originale architettura di forme classicheggianti presenta affinità con lo stile tardo rinascimentale romano che hanno fatto pensare, nel passato, ad un disegno di Raffaello o di Michelangelo. L'effetto decorativo della facciata del palazzo, peraltro, è da porsi in relazione con la ristrutturazione di Piazza della Signoria voluta da Cosimo I. Per intercessione del Granduca l'Uguccioni ottiene infatti di poter costruire il proprio palazzo più sporgente rispetto a quelli adiacenti. Il piano terreno a bugnato è sormontato da due ordini sovrapposti di colonne ioniche e corinzie binate. Gli alti piedistalli delle colonne sono finemente scolpiti con le insegne e gli stemmi della famiglia: l'ancora e lo scalandrone, una sorta di doppio rastrello che secondo la tradizione rappresenterebbe la scala usata da un Uguccioni, detto perciò Scalandroni, per assaltare le mura del nemico. Sopra il portone d'ingresso campeggia il busto di Francesco I, fatto apporre da Benedetto Uguccioni in segno di devozione verso il Granduca.
Di fronte a Palazzo Vecchio si trova il Palazzo delle Assicurazioni Generali. Costruito nel 1871 su progetto dell'architetto Landi in stile neorinascimentale, i suoi quattro piani invece dei tre canonici tradiscono la modernità della costruzione; altra deviazione dalla tradizione architettonica fiorentina sono i grandi arconi per ospitare fondi commerciali che non lasciano spazio alla tradizionale panca di via. Ospita il caffè storico Rivoire.
Per costruirlo vennero abbattute la trecentesca Tettoia dei Pisani, antica sede dell'arte del Cambio e la chiesa di Santa Cecilia.