Palazzo Strozzi a Firenze è uno dei più bei palazzi rinascimentali italiani. Di mole imponente (furono distrutti ben 15 edifici per fargli posto), si trova fra le omonime via Strozzi e piazza Strozzi, e via Tornabuoni, con tre grandiosi portali identici, su altrettanti lati.
Vero e proprio capolavoro dell'architettura civile fiorentina del Rinascimento, fu iniziato per volere di Filippo Strozzi, un ricco mercante appartenente a una delle famiglie più facoltose di Firenze, per tradizione ostili alla fazione dei Medici.
La famiglia Strozzi era stata esiliata da Firenze nel 1434 per via della sua opposizione ai Medici, ma grazie alla fortuna accumulata da Filippo Strozzi come banchiere a Napoli, poté fare rientro in città nel 1466, deciso a schiacciare i suoi rivali. La sua divenne una vera ossessione e per anni acquistò e demolì edifici attorno alla sua residenza pur di disporre del terreno necessario per innalzare il più grande palazzo che si fosse mai visto a Firenze. Tra le case acquistate c'erano quelle di altri Strozzi, di Piero Ardinghelli, di Francesco Rucellai, di Cecca e Niccolò Popoleschi, di Piero Tornaquinci e la torre dei Conti Guidi di Poppi. Si trovava qui inoltre la piazza dei Tornaquinci, dove varie famiglie avevano le proprie torri e logge; solo grazie all'intervento di Lorenzo il Magnifico lo Strozzi poté ottenere i diritti dai proprietari per raddrizzare la linea della piazza e per occupare con il nuovo edificio ogni porzione di strade o interpassaggi che fosse necessaria. L'unica condizione che gli Strozzi subirono fu quella di iniziare i lavori entro un anno dalla ratifica dell'atto notarile (datato 10 aprile 1489) e che la costruzione fosse continuata senza interruzione, pena la confisca.
Giuliano da Sangallo eseguì un modello di Palazzo Strozzi in legno tra il 1489 ed il 1490 (oggi tornato dal palazzo, in deposito dal Bargello) ma il Vasari attribuì il progetto primitivo a Benedetto da Maiano, architetto preferito di Lorenzo il Magnifico. Con tanto denaro a disposizione, nulla fu lasciato al caso, tanto che furono convocati perfino gli astronomi per decidere quale fosse il giorno più propizio per porre la prima pietra. I lavori iniziarono quindi nel 1489, ma solo due anni dopo morì Filippo Strozzi (1491). I suoi eredi proseguirono seppur con difficoltà, nella dispendiosa costruzione del sogno di Filippo. Nel 1507 il pian terreno iniziò ad essere abitato.
Alla morte di Benedetto da Maiano, quando l'edificio era oramai giunto al secondo piano, i lavori furono affidati a Simone del Pollaiolo, detto il Cronaca, che realizzò il coronamento della facciata e il cortile porticato, rimanendo in carica fino al 31 ottobre 1504, come attestano i documenti dell'epoca.
Dopo varie interruzioni, dovute alle altalenanti condizioni economiche della famiglia, grazie alla fortuna commerciale di Filippo Strozzi il Giovane, ricco banchiere, il palazzo fu terminato nel 1538 da Baccio d'Agnolo, che curò anche gli spazi interni e gli arredi, ma lasciò il cornicione incompleto su un lato, come è tutt'oggi. L'edificio fu confiscato dal Granduca Cosimo I de' Medici lo stesso anno, a causa della guerra contro i fuorusciti fiorentini capeggiati da Filippo e Piero Strozzi. Solo trent'anni dopo, il palazzo fu restituito al cardinale Lorenzo Strozzi, fratello di Filippo nel frattempo morto in carcere.
Nel 1638 Gherardo Silvani realizzò la cappella al primo piano e nel 1662 ingrandì lo scalone su via Tornabuoni.
Solo nel 1864 venne aggiunta lungo via Tornabuoni la cosiddetta panca di via da Giuseppe Poggi, su incarico del principe Ferdinando Strozzi. In quell'occasione venne anche riaperto il portone murato su piazza Strozzi e fu collegato il cortile con il livello stradale tramite una rampa, per permettere alle carrozze di accedere al cuore del palazzo. Tra il 1886 e il 1889 si restaurarono le facciate, e poi di nuovo a inizio del Novecento.
Nel 1907 Piero Strozzi morì senza eredi e nel 1937 il palazzo passò all'Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA). Il palazzo, ceduto nel 1999 dall'Istituto Nazionale delle Assicurazioni allo Stato Italiano, oltre alla ormai storica presenza del Gabinetto G. P. Vieusseux e dell'Istituto di Studi sul Rinascimento ambedue dal 1940), accoglie oggi anche l'Istituto di Studi Umanistici e la Fondazione Palazzo Strozzi.
Il palazzo rappresenta l'esempio migliore dell'ideale di dimora signorile del Rinascimento.
Fu volontariamente costruito di grandezza superiore del Palazzo Medici, dal quale copiò la forma cubica sviluppata su tre piani attorno ad un cortile centrale. Anche la facciata si presenta pressoché identica, fatta eccezione per l'uso uniforme del bugnato (anziché, come nel Palazzo Medici, digradante dal basso verso l'alto), che conferisce all'insieme l'aspetto arcaico di un fortilizio. Al pian terreno si aprono delle finestre rettangolari, mentre ai piani superiori sono presenti due ordini di eleganti bifore, poggianti su cornici marcapiano dentellate.
Su ciascuno dei tre lati che danno sulla strada si aprono tre portali ad arco, di solenne classicismo.
Intorno al palazzo corre uno zoccolo a pancale continuo ed è coronato da un possente cornicione, poggiante su un'alta fascia liscia, il quale si interrompe su via Strozzi.
All'esterno si trovano i portafiaccole, le torciere, i portabandiere e gli anelli per i cavalli in ferro battuto, migliore esempio di questa forma artistica e capolavoro di Niccolò Grosso detto il Caparra, il più famoso ferraio di Firenze attivo nel XV secolo, menzionato anche dal Vasari nelle Vite. Particolarmente pregevoli sono le opere agli spigoli: le lanterne a forma di tempietto e con spuntoni che coronano la celletta a somiglianza, forse a ricordare le cipolle che anticamente davano il nome a piazza Strozzi; i dragoni e le sfingi portafiaccola.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Strozzi