La fonte di Feronia è una fonte d'acqua di origine preromana che si trova a Narni.
Era dedicata alla dea Feronia che, nella Narni dell'epoca, godeva di un culto e un rispetto tali da essere venerata, oltre che dagli umbri, anche tra gli etruschi, i volsci e i sabini. L'acqua della sorgente, oggi dichiarata non potabile e non controllata, era molto apprezzata dai nequinati (Nequinum era l'antico nome di Narni) per le sue caratteristiche di purezza e leggerezza. Caratteristiche che portavano gli antichi abitanti molto lontano dal centro della vita cittadina divenendo così meta di pellegrinaggi in onore della dea che, tra le altre virtù, rappresentava l'eterna primavera e la purezza delle acque.
Il tempio originale, la statua di Feronia e il sacro bosco di elci ombrosi furono distrutti dai primi cristiani narnesi. Come conseguenza quel luogo, ritenuto sacro fino a poco tempo prima, venne chiamato "maccla mortua" (ovvero "macula morta",macchia morta).
La prima indicazione storica del sito si ha nel 1100, come si evince dallo scritto Liber gemniagraphus sive cleronomialis Ecclesiae Farfensis, meglio noto con il nome di Regestum Farfense scritto da Gregorio di Catino nel 1128, dove viene riportato il volere di un nobile narnese, Beraldo di Rolando, che donò tutti i suoi beni all'Abbazia di Farfa fatta eccezione per la "maccla mortua quae vocatur Ferone" ("la macchia morta che si chiama Feronia").
Nel 1582 la fonte fu soggetta a restauro, per volere di Monsignor Giulio Ranuzi governatore di Narni, presumibilmente completato nel 1609 come riportato nella targa all'interno della fonte. Nel 1851 lo storico narnese Giovanni Eroli commissionò all'università di Perugia un'analisi dell'acqua della fonte che restituì la seguente risposta "A ben ragione l'acqua detta di Feronia è in reputazione fra le acque potabili, giacché ella gode al massimo grado dei principali requisiti di cui deggion le acque potabili esser fornite, quelli cioè di contenere molto ossigeno e pochissima dose di altre sostanze in dissoluzione”.
Il gruppo speleologico locale ha effettuato, intorno al 1984, dei rilievi esplorativi all'interno del cunicolo dell'antica fonte datandolo, per caratteristiche e tecniche costruttive, tra il IV secolo a.C. ed il III secolo a.C. La collocazione temporale del manufatto avvalora la tesi del luogo di culto pagano già espressa intorno alla fine del 1800 da Giovanni Cotogni di Narni « Fra li altri templi che esistevano in Narni dalla superstizione de' gentili applicati alle false deità eravi quello del Luco e Fonte di Feronia in oggi con nome alterato detto quel sito Ferogna. Ivi probabilmente, come in alcuni altri luoghi, Gravi il tempio e la statua della dea Feronia essendovi anche presentemente un marmo in quel fonte in cui è scolpita una gran fiamma forse l'insegna di quella antica vanità. La verità si è che quella fonte avendo transito per miniere stimate è d'un'acqua molto salubre, e grandemente tenuta in pregio sì quanto alla sua rara limpidezza, che per la prerogativa che ha di facile digestione ».
Nel 1997, finanziata dalla fondazione di un istituto di credito locale, la fontana fu nuovamente restaurata passando dalle caratteristiche pareti con pietre a vista a un più anonimo, e sicuramente meno suggestivo, intonaco.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Fonte_Feronia