IL Palazzo dei Sette appartenne all'antica famiglia dei Della Terza, poi fu di proprietà del Papato, sede dei Sette (i rappresentanti delle arti) e in seguito del pontefice. Nel 1515 Papa Leone X cedette al comune la torre insieme ad altri edifici di proprietà ecclesiastica. Il palazzo fu anche sede del Governatore. Più tardi fu adibito a funzioni di pubblica utilità.
Nel 1996 è stato ristrutturato ed è attualmente sede di un centro culturale, ma anticamente era sede della famiglia Della Terza, poi del papato. Della fine del XIX secolo è la sistemazione nel pianoterra degli uffici delle poste e telegrafi, ora siti altrove. Attualmente, al secondo piano del Palazzo dei Sette, risiede la sede centrale dell'Associazione Cittaslow International.
La porta a destra del palazzo consente l'accesso alla torre civica. Fu costruita intorno al 1200, periodo in cui il centro urbano di Orvieto era soggetto a ristrutturazioni negli edifici più importanti come l'antico Palazzo Comunale e il Palazzo del Capitano del Popolo oltre che all'edificazione del Duomo. Essa, con i suoi 47 metri d'altezza, costituiva un ottimo strumento di difesa e osservazione, permetteva infatti un'ottima visuale sull'intero borgo e sui castelli limitrofi appartenenti al territorio orvietano. È posizionata in pieno centro della città, orientata perfettamente secondo i punti cardinali, nel crocevia dei quattro quartieri della città (Corsica, Serancia, Olmo, Santa Maria della Stella) e delle più importanti strade della città: Corso Cavour, Via della Costituente, Via del Duomo.
Inizialmente questa torre era chiamata Torre del Papa poiché fino alla prima metà del 1500 era stata di proprietà del pontefice. Oggi è nota a tutti come Torre del Moro. Vi sono diverse ipotesi riguardo all'origine di questa denominazione. Una delle più antiche afferma che la torre prese questo nome per via di un moro geloso che aveva prosperato nell'atrio della costruzione. Successivamente si ipotizzò che il nome derivasse dall'insegna del "moro" o Saracino che si appendeva sulla stessa torre in occasione di alcune feste medievali per essere colpita dai cavalieri. Oggi si ritiene che certamente derivi dal nome di Raffaele di Sante, detto il Moro, proprietario del sottostante palazzo Gualterio e padre del celebre vescovo di Viterbo, Sebastiano Gualterio.
Nel 1865 fu posta sulla torre a circa diciotto metri d'altezza, la vasca distributrice del nuovo acquedotto. Alla sommità della torre si trovano due campane, la più piccola apparteneva alla Torre di Sant' Andrea, mentre la più grande al Palazzo del Popolo dove era rimasta dal 1313 anno in cui fu fatta fondere dal Capitano del Popolo Poncello Orsini con impressi il suo stemma e emblema insieme ai 25 simboli delle Arti e al sigillo del popolo. La campana fu trasferita sulla torre nel 1876. Del 1875 è invece l'orologio meccanico.
La torre fu per un periodo sede pubblica dei Sette Signori, e per un breve periodo nel XVI secolo vi abitò Antonio da Sangallo il Giovane periodo in cui si dedicò a vari lavori in città tra cui la costruzione del Pozzo di San Patrizio. Dalla fine del XIX secolo il pianoterra della torre è stato la sede degli uffici postali e dei telegrafi.
Alla base della struttura, in corrispondenza della parete della torre rivolta verso Via della Costituente, troviamo una targa con un'incisione che recita: “Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura, color già tristi, e questi con sospetti!” – (Vieni a vedere Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uomini senza onore, i primi tristi, i secondi pieni di sospetti!) Sono versi tratti dal Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri che citano il sanguinoso conflitto tra le nobili famiglie dei Monaldeschi e Filippeschi che nel 1212 si scontrarono apertamente per ottenere la supremazia e il controllo su Orvieto.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_dei_Sette_con_la_torre_del_Moro